In Italia arriva la Responsabilità estesa dei produttori (EPR) nella filiera tessile

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Rita Tardiolo

Partner
Italia

Come partner del dipartimento di Proprietà Intellettuale nella sede di Milano, mi occupo di marchi, denominazioni di origine protette (DOP), pubblicità, concorrenza sleale e tutela dei consumatori, assistendo clienti nazionali e internazionali in questioni contenziose e non. Sono anche co-head a livello internazionale dell'area Luxury, Fashion & Retail per il settore Retail & Consumer.

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Francesca Signorini

Associate
Italia

Come avvocato presso la sede di Milano di Bird & Bird, mi occupo di proprietà intellettuale, pubblicità, concorrenza sleale e normativa sulla tutela del consumatore.

In data 2 febbraio 2023 il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) ha reso noto di aver predisposto – di concerto con il Ministro delle Imprese e del “Made in Italy” (MIMIT) – uno schema di Decreto che individua i nuovi adempimenti a cui saranno tenuti i produttori della filiera tessile con particolare riguardo alla progettazione, alla produzione, allo smaltimento e al riciclo dei tessili.

È stata ora avviata una fase di consultazione con gli stakeholder principali del settore che dovranno trasmettere le proprie osservazioni entro il 3 marzo 2023.

La Direttiva (UE) 2018/851 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 30 maggio 2018 che modifica la Direttiva 20008/98/CE relativa ai rifiuti (Direttiva Rifiuti), ha introdotto una serie di previsioni volte a migliorare il riutilizzo e il riciclaggio dei rifiuti, inclusi quelli tessili, nell'Unione europea nell’ottica di passare a un’economia circolare.

Tra le principali novità introdotte dalla Direttiva (UE) 2018/851 si annovera la responsabilità estesa del produttore (EPR), ossia una serie di misure volte ad assicurare che i produttori siano responsabili – da un punto di vista finanziario e organizzativo – della gestione del fine vita dei prodotti da loro stessi immessi sul mercato. 

Una delle filiere oggetto della Direttiva è proprio quella tessile, rispetto alla quale viene introdotto anche l’obbligo, per gli Stati Membri, di istituire una raccolta differenziata entro il 2025.

Al fine di implementare le nuove previsioni introdotte a livello europeo e nel contesto della cosiddetta “Strategia nazionale per l’Economia circolare”, il MASE e il MIMIT hanno predisposto uno schema di Decreto che introduce importanti novità per i produttori di materiali tessili. L’obiettivo del MASE, in particolare, è promuovere la sostenibilità e la riduzione degli impatti sull’ambiente dei prodotti nonché “una progettazione degli stessi e dei loro componenti volta a ridurre gli impatti ambientali e la generazione dei rifiuti”.

Secondo quanto recentemente comunicato dal MASE le principali novità annunciate per i produttori della filiera tessile risultano quindi essere le seguenti:

  • i produttori dovranno innanzitutto farsi carico “del finanziamento e della organizzazione della raccolta, dell’avvio a preparazione per il riutilizzo, riciclaggio e recupero dei rifiuti derivanti dai prodotti tessili”, anche mediante sistemi di gestione in forma collettiva o individuale;
  • dovranno essere inoltre predisposti idonei mezzi finanziari e organizzativi per realizzare, attraverso i sistemi di gestione e in accordo con gli Enti di riferimento, una rete di raccolta dei rifiuti tessili estesa a tutto il territorio nazionale nonché dei “sistemi di raccolta selettivi per incrementare la qualità delle frazioni tessili”;
  • è previsto anche il versamento di un contributo ambientale, il quale non dovrà tuttavia eccedere i costi necessari per fornire il servizio di gestione dei rifiuti e dovrà “favorire l’innovazione orientata verso modelli di economia circolare”;
  • quanto alla fase di progettazione dei prodotti tessili, i produttori dovranno assicurarsi di sviluppare, produrre e commercializzare prodotti “adatti al riutilizzo e alla riparazione, contenenti materiali riciclati, tecnicamente durevoli e facilmente riparabili”;
  • vengono individuate specifiche misure di eco-progettazione quali (i) l’uso di fibre tessili e materiali naturali biocompatibili, (ii) l’eliminazione di componenti e sostanze pericolose anche con riferimento alle microplastiche rilasciate nell’ambiente, (iii) la riduzione di difetti di qualità dei prodotti che portino i consumatori a disfarsene (iv) l’uso di tecniche di mischia delle fibre e di tessuti che favoriscano adattabilità a usi di vario tipo e la riparabilità;
  • il Decreto introdurrà anche previsioni specifiche in materia di ricerca, sviluppo e utilizzo di tecnologie avanzate per la selezione di fibre derivanti dal trattamento dei rifiuti e per il riciclaggio;
  • il Decreto farà altresì riferimento a un sistema di “etichettatura digitale” volto a descrivere le caratteristiche e la composizione fibrosa dei tessili nonché ad evidenziare l’eventuale presenza di parti non tessili di origine animale;
  • verrà infine istituito il Centro di Coordinamento per il Riciclo dei Tessili (CORIT), composto dai sistemi individuali e collettivi di gestione riconosciuti dal Ministero.

Non resta che attendere l’approvazione del Decreto per esaminarne in dettaglio le previsioni in esso contenute e valutare gli impatti che avrà in concreto sui produttori di tutta la filiera tessile.

 

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